Cosa si intende per olio di oliva raffinato

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Cosa si intende quando si parla di olio di oliva raffinato? Oggi faremo chiarezza sui processi di raffinazione, su cosa avviene all’olio quando si applicano e approfondiremo le qualità organolettiche di questo prodotto.

Il termine raffinato può fare cadere in errore, l’accezione nella gran parte delle volte per la lingua italiana è positiva. Nel caso degli alimenti non lo è quasi mai. Per olio raffinato non si intende un olio rettificato, purificato e depurato.

In alcuni casi l’olio subisce un processo detto di rettifica o raffinazione per purificarsi diverse fasi e poi viene ricongiunto all’olio extra vergine di oliva formando l’olio di oliva e può essere usato per cucinare e per friggere, ma anche per condire se non si amano i gusti più forti dell’extra vergine. Scopriamole insieme.

Olio di oliva raffinato: cosa significa

Prima di parlare del processo di raffinazione bisogna sottolineare che l’olio va suddiviso per le diverse proprietà che ha, tra cui la loro acidità.

  • L’olio extravergine di oliva possiede una acidità pari o inferiore allo 0,8%
  • L’olio di oliva vergine ha un’acidità massima che equivale al 2%
  • L’olio di oliva lampante ha un’acidità superiore del 2%

Nel caso dunque dell’olio lampante, questi potrà essere messo in commercio e consumato a livello alimentare solo dopo essere stato rettificato.

Il processo di raffinazione purtroppo distrugge quasi nella sua totalità i pregi delle olive quali la presenza di vitamine e dei preziosi antiossidanti.

Le tre fasi di raffinazione dell’olio lampante sono:

  1. Deacidificazione: in cui l’olio è trattato con soda e riduce così l’acidità al minimo e l’olio che ne proviene è detto olio neutralizzato.
  2. Decolorazione:mettendo a contatto l’olio con i carboni vegetali attivati le sostanze ossidate vengono eliminate e l’olio acquisisce un colore giallo molto tenue simile all’olio di semi vari.
  3. Deodorazione: per allontanare qualsiasi odore sgradevole l’olio è riscaldato oltre 200 °C, è qui che si producono grassi insaturi (trans), si perdono i principi attivi e diviene inodore.

Olio di oliva raffinato: il significato del processo di raffinazione

Abbiamo visto come il processo di raffinazione avvenga in tre fasi: la deacidificazione, la decolorazione e la deodorazione.

Sebbene l’olio raffinato possegga la stessa composizione di acidi grassi degli oli di oliva, alcuni divengono insaturi e la gran parte delle vitamine e delle sostanze benefiche contenute nell’olio di oliva quali gli antiossidanti vanno perduti quasi del tutto.

Ma perché si applica questo processo di raffinazione dell’olio?

Se nell’olio extravergine di oliva si intende il prodotto straordinario risultante dall’estrazione meccanica di un’ottima materia prima con pressione meccanica a freddo, per l’olio raffinato avrà sapore e profumo neutri e un prezzo decisamente più basso. L’olio d’oliva extra vergine, a differenza del raffinato, mantiene inalterati gusto e proprietà.

Olio raffinato: la qualità e l’utilizzo

Cosa si può fare con l’olio raffinato? Dipende. Questo perché una volta raffinato l’olio può essere unito ad un olio di oliva vergine per essere commercializzato ad un prezzo basso rispetto all’extravergine.

L’olio raffinato semplice è invece spesso usato per produrre dolci  industriali o per friggere alla stregua di un olio di semi. Come sapete per produrre un olio si usano due procedimenti principali: procedimento meccanico a freddo per ottenere l’olio extravergine d’oliva, o procedimenti chimici per gli oli raffinati.

Non fatevi dunque ingannare da un prezzo vantaggioso e leggete sempre attentamente le etichette. Quando lo acquistate accertatevi che sull’etichetta vi sia scritto: olio extravergine di oliva, estratto a freddo mediante procedimenti meccanici.

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